Sezione Ottocento e Novecento - Quarta sala

ANGELO BACCHETTA

(1841-1920)

 

Nato a Crema il 12 marzo 1841, vi muore il 12 dicembre 1920. Studia a Milano all’Accademia di Brera sotto la guida di Francesco Hayez. Terminati gli studi a Milano viene chiamato a Crema per dipingere un quadro di famiglia ordinato dall’ing. Donati, che è premiato con medaglia d’oro all’Esposizione Industriale ed Artistica di Crema del 1864. L’anno successivo è nominato professore di disegno nella Scuola Tecnica di Crema. Dipinge quadri religiosi, storici e ritratti, numerosi affreschi per chiese e cimiteri lombardi tra i quali una pala d’altare nella chiesa di Cascine Gandini a Palazzo Pignano e un affresco nel Santuario di S. Maria della Croce a Crema. Nel 1875 lavora a Lisbona, per il figlio del Re e per il Presidente del Consiglio dei Ministri; il Governo del Portogallo lo nomina Cavaliere dell’ordine di Cristo quale riconoscimento dei pregevoli lavori di pittura svolti nella capitale lusitana.

 

 

 

 

AZELIO BACCHETTA

(1870-1907)

Nasce a Crema il 20 aprile 1870, vi muore il 23 marzo 1907. Figlio di Angelo Bacchetta, dopo aver frequentato l'Accademia di Brera a Milano, lavora con lui nella città di Crema. La sua prematura morte non gli consente di sviluppare un'intensa attività artistica.

 

 

TULLIO BACCHETTA                                                                                                               

(1892-1975)                                                                                                                                      

Nato a Crema l’8 luglio 1892 e morto ad Altofonte nel 1975. Allievo dello zio Angelo Bacchetta, frequenta per tre anni l’Accademia di Belle Arti di Brera sotto la guida del prof. Mario Chiodo Grandi. Si  trasferisce in Francia e vi risiede a lungo, svolgendo un’intensa attività: in particolare allestisce numerose mostre personali, cui ne seguono altre in Italia dopo il definitivo ritorno. Le sue espressioni pittoriche più ricorrenti sono paesaggi, nature morte, animali e, soprattutto, ritratti.

 

 

ERNESTO BAZZARO                                                                                  

(1859-1937)

Nato a Milano nel 1859, vi muore il 18 maggio 1937. Fratello minore del pittore Leonardo, nel 1875 si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Brera dove frequenta i corsi di Antonio Borghi e Giuseppe Grandi e conosce Leonardo Bistolfi e Gaetano Previati. Nel 1881 vince il concorso Luigi Canonica presso l’Accademia di Brera presentando la scultura Sordelloda Goito. In questi anni entra in contatto con la Scapigliatura milanese, un rapporto che è fondamentale per la sua formazione. Le figure artistiche che pesano sul linguaggio figurativo di Bazzaro sono principalmente quelle del pittore Tranquillo Cremona e dello scultore Giuseppe Grandi. Molti suoi lavori sono creati per i monumenti funerari al Cimitero Monumentale di Milano e in quello di Pallanza. L’opera di maggior rilievo resta, verosimilmente, il monumento a Felice Cavallotti, realizzato fra il 1901 e il 1906. Dal 1905 al 1908 fa parte del Consiglio Comunale di Milano. Nel 1913 espone Beduina e Autoritratto sorridente all’Esposizione Internazionale di Roma. Nel 1917 tiene la sua prima personale alla Galleria Centrale d’Arte di Milano, dove presenta - tra le altre opere - il bronzo Autoritratto serio. Proprio gli autoritratti costituiscono per l’intensa resa psicologica che li caratterizza, la sezione più interessante della produzione di Bazzaro. Curiosa la vicenda delle sue due figure femminili scolpite per la facciata del Palazzo Castiglioni di Milano: ritenute eccessivamente procaci dalla popolazione, è stato necessario rimuoverle e installarle in un altro edificio.

 

 

 

KARL PAVLOVIC BRJULLOV                                                                       

(1799 -1852)

Nato a Pietroburgo il 12 dicembre 1799, muore a Marciano di Roma il 12 giugno 1852. Nato da una famiglia di origine francese, appartiene a quella generazione di pittori russi, fra cui Sil'vestr Feodosievič Ščedrin, Fëdor Antonovič Brunie Aleksandr Andreevič Ivanovche, tra gli anni Venti e gli anni Trenta dell'Ottocento, effettuano lunghi soggiorni in Italia, studiandone la tradizione pittorica dei secoli precedenti e raffigurandone vedute di città, campagne ed elementi naturali, ed eseguendo grandi dipinti di scene storiche dal gusto neoclassicoo romantico. Frequenta l’Accademia di Pietroburgo dove diventa anche  professore. Pittore acclamato, è il primo, fra i pittori russi, che ha ottenuto un successo all’estero. Esegue alcuni quadri storici, ma si dedica specialmente al ritratto e alla pittura religiosa.. Una gita a Pompei gli ispira la sua opera più celebre, Gli ultimi giorni di Pompei (terminato nel 1833) uno dei dipinti più noti della pittura russa del XIX secolo.  Vive lungamente all’estero: a Roma soprattutto. Viaggia molto anche in altri paesi d'Europa, come Germania, Francia, Portogallo, Grecia e Turchia.

 

 

 

EUGENIO GIUSEPPE CONTI                                                                                        

(1842-1909)

Nato a Crema il 16 settembre 1842, muore a Milano il 1 gennaio 1909 ma viene sepolto nel cimitero di Sergnano, paese vicino alla sua città natale. Nel 1858 si iscrive all’Accademia Carrara di Bergamo e studia con Enrico Scuri. Nel 1864 si perfeziona con Antonio Ciseri  a Firenze, dove frequenta l’Accademia Fiorentina, e con Cesare Mariani a Roma. Dal 4 giugno al 16 settembre 1866  partecipa alla spedizione garibaldina volta alla conquista del Trentino, nell’ambito delle operazioni belliche della Terza guerra d’indipendenza: fissa i ricordi della campagna militare in alcune opere, quali i dipinti intitolati Garibaldini. Nel 1874 affresca Villa Mimbelli a Livorno. Nel 1876 dipinge la Via Crucis di Vaiano Cremasco e la Cappella nel Palazzo Bonzi a Crema. Nel 1879 affresca una Crocifissione nella cascina Pierina, alla periferia di Crema. Partecipa alla mostra industriale e artistica di Cremona e Torino (1880) eall'esposizione industriale milanese(1881). Nel 1901 viene nominato socio onorario dell'Accademia di Belle Arti di Brera.

 

 

 

 

DOMENICO INDUNO                                                                                                      

(1815-1878)

Nato a Milano il 14 maggio 1815, vi muore il 4 novembre 1878. Dal 1831 segue i corsi di Pompeo Marchesi, di Luigi Sabatellie infine di Francesco Hayez all’Accademia di Brera; nel 1836 ottiene il massimo premio nel concorso di pittura con l’opera Alessandro infermo che vuota la coppa offertagli dal medico Filippo, ancora conservata nella stessa Accademia. Nelle sue prime opere, più volte ufficialmente premiate, è forte l’influsso di Hayez: vi raffigura soggettibiblici o tratti dalla storia antica, nei quali inserisce risvolti patriottici o soggetti carichi di sentimento. Nel 1840 espone Saul unto re dal profeta Samuele, telacommissionatagli dall'imperatore austriaco Ferdinando Iper la galleria imperiale di Vienna. Prende parte ai moti rivoluzionari nell’agosto del 1848 ed è costretto a rifugiarsi in Svizzera. Tornato a Milano, nel 1854 è nominato "Socio d’Arte" dell’Accademia di Brera. In quell’anno espone, insieme ad altri dipinti, Pane elagrime, acquistato dall’Hayez ed esposto l’anno successivo a Parigi, dove ottiene grande successo di pubblico e di critica. Dal 1860 comincia a lavorare al Bollettino di Villafranca, opera eseguita in più versioni, una fra queste, commissionata da Vittorio Emanuele II, gli vale il titolo di Cavaliere dei Santi Maurizio e Lazzaro. All’esposizione di Viennadel 1873 ottiene la Medaglia d’oro per Un dramma domestico, opera in cui denuncia la società postunitaria ormai lontana dai suoi ideali. Colpito da una grave malattia agli occhi, partecipa comunque all’Esposizione universale di Parigi, ottenendo la Legione d’onore. Immensa è la sua produzione di opere, che ne fanno uno dei più alti esponenti della pittura lombarda del XIX secolo.

 

 

 

LUIGI MANINI                                                                                                                  

(1848-1936)

Nato a Crema l’8 marzo 1848 e morto a Brescia il 29 giugno 1936. Dopo i primi studi nella città natale con il maestro Antonio Polgati e in seguito a Milano e Brescia con Ferdinando Cassina, intorno ai vent’anni inizia l’attività di decoratore. Le prime testimonianze certe dei suoi lavori risalgono infatti al 1868, quando gli viene affidata la decorazione della chiesa di San Bernardino a Crema, cui seguirono quelle di villa Vailati(nel quartiere di Castelnuovo) e, nei dintorni, di villa Stramezzi a Moscazzano e delle chiese di Vaiano Cremasco e Zappello. Con l’amico e pittore Angelo Bacchetta frequenta l’Accademia di Brera, prima di diventare assistente di Carlo Ferrario, professore di scenografia alla Scaladi Milano. Nel 1879 Manini si trasferisce in Portogallo a Lisbona per lavorare al Teatro Real de São Carlos, a Palazzo Buçaco e  alla progettazione della grandiosa tenuta del Palácio da Regaleira, per il milionario António Augusto Carvalho Monteiro, ricevendo onorificenze dalla Real Casa Portoghese. Viene nominato direttore artistico dei teatri Donna Maria e S. Carlo. Nel 1912 rientra in Italia.

 

 

 

CAMILLA  MARAZZI                                                                                                     

(1885-1911)

Nata a Lugano il 16 aprile 1885 e morta a Roma nell’ottobre del 1911. Figlia primogenita di Antonio Marazzi, diplomatico, antropologo, scrittore e nobile cremasco, nell'autunno 1901 con la famiglia si trasferisce da Crema a Roma, dove Camilla, già appassionata di pittura, comincia a frequentare lo studio del pittore e ritrattista Giuseppe Ferrari, ritrattista, di cui diviene una delle migliore allieve. Già dal 1905 le sue condizioni di salute cominciano a peggiorare: una diagnosi dimostratasi errata e una complessa operazione chirurgica la costringono ad abbandonare lo studio. Tornata a Crema, comincia, seppur in condizioni di salute precarie, ad occuparsi del restauro della villa di famiglia a Moscazzano, di cui disegna la grande cancellata liberty, e a frequentare il pittore Angelo Bacchetta, amico di famiglia. La morte in giovanissima età non le permette di sviluppare appieno il suo talento; è tuttavia considerata un'ottima disegnatrice e ritrattista. Le sue opere sono disegni su carta, a carboncino o pastello, e consistono quasi tutti in ritratti, generalmente di familiari, dal classico gusto ottocentesco e dalla notevole efficacia psicologica.

 

 

GAETANO PREVIATI                                                                                                    

 (1852-1920)

Nato a Ferrara il 31 agosto 1852 e morto a Lavagna il 21 giugno 1920. Inizia gli studi presso il locale Istituto tecnico, ma a diciotto anni preferisce iscriversi alla Scuola di Belle Arti di Ferrara, avendo per maestri Paglierini e Domenichini, considerati a quel tempo i maggiori pittori locali.  Continua gli studi artistici a Firenze ed infine, grazie ad un sussidio concessogli per la sua riconosciuta bravura, nel 1876 a Milano, dove nell'Accademia di Brera è alunno dei liberi corsi di nudo di Bertini. Esordisce con Gli ostaggi di Crema, una tela di grandi dimensioni che gli vale il premio della Fondazione Canonica, ma il primo successo di pubblico è il Valentino a Capua che Previati invia alla Nazionale di Torino del 1880. Nel 1881 si stabilisce definitivamente a Milano dove entra in contatto con gli ambienti della Scapigliatura. Nel 1892 partecipa al I Salon de la Rose-Croix a Parigi. Nel 1902 l’artista, nel pieno della sua maturità artistica, partecipa alla Secessione di Berlino. Nel 1905 si assicura una medaglia d’oro alla Quadriennale di Monaco e nel 1907 ha il privilegio di disporre una sala tutta per sé alla VII Biennale di Venezia. Nello stesso anno espone al Salon des peintres divisionnistes italiens organizzato a Parigi dal mercante Alberto Grubicy. Questi, con il fratello Vittorio, fonda nel 1911 la Societàper l'Arte di Gaetano Previati, acquistando un nucleo consistente dei suoi dipinti da esporre nelle mostre organizzate a Genova (1915) e a Milano (1916 e 1919). La perdita della moglie e del figlio sconvolgono la sua mente, tanto che negli ultimi anni della sua vita cessa di dipingere.

 

 

 

PIETRO RACCHETTI                                                                                

(1809- 1853)

Nato a Crema nel 1809, vi muore nel 1853. Figlio dell’illustre medico di Crema, Vincenzo Racchetti, inizia la propria formazione artistica sotto la guida di Giuseppe Diotti all’Accademia Carrara di Bergamo e si perfeziona a Roma alla scuola di Vincenzo Camuccini. Si dedica soprattutto alla pittura di genere e a quella religiosa, svolgendo la propria attività a Crema e nella provincia, senza comparire alle esposizioni dell’epoca. A Crema si conservano i suoi dipinti nella chiesa della Santa Trinità  (il suo capolavoro intitolato S. Agata e S. Apollonia) e al Monte di Pietà.

 

 

 

ANTONIO ROVESCALLI                                                                           

(1864-1936)

Nato a Crema il 21 dicembre 1864, muore a Milano il 2 dicembre 1936. Allievo di Carlo Ferrario (scenografo del Teatro alla Scala di Milano), studia architettura all’Accademia di Brera di Milano. Esordisce a 14 anni con un soggetto egiziano con cui è premiato con una medaglia d'oro per lo studio della prospettiva. Il suo primo successo è l’elogiata messa in scena del "Cyrano De Bergerac" al Teatro Manzoni di Milano.Nel 1911 insieme a Luigi Sapelli passa al Teatro alla Scala dove rimane sino alla fine collaborando con i migliori scenografi che, sotto la direzione musicale di Arturo Toscanini segnano un periodo di grandiosi trionfi. Esegue molte scenografie a Roma per il Teatro Costanzi su incarico di Eleonora Duse (1901). Alcuni fra i molti bozzetti conservati presso il museo Teatrale della Scala sono utilizzati anche dopo la sua morte. Con lui scompare una delle ultime tipiche figure della Scapigliatura milanese, della quale è stato parte integrante e animatrice.

 

 

 

VINCENZO VELA                                                                                                           

(1820-1891)

Nato a Ligornetto (Lugano) il 13 maggio 1820 e morto a Mendrisio il 4 ottobre 1891. Cavatore di pietre a nove anni, a tredici lavora come scalpellino nelle cave di Bersazio. Il fratello Lorenzo (scultore chiamato ad insegnare all’Accademia di Brera) lo colloca a lavorare nella bottega del marmista Franzi a Milano. Nel 1836 abbandona la bottega per studiare disegno con Luigi Sabatellie scultura con Benedetto Cacciatori all’Accademia di Brera. Si cimenta nel concorso bandito in tutte le città del Regno Lombardo-Veneto dal tema “Cristoche resuscita la figlia di Jair” e vince il premio stabilito: una medaglia d’oro e sessanta zecchini. Nel 1847 espone a Brera l’opera in gesso Spartaco, ma nel 1851 a Roma, su ordine del Principe Litta, rimodella l’opera ch,e tradotta in marmo, ottiene un enorme successo di critica e di pubblico. Nel 1852 è nominato membro onorario dell’Accademia di Brera, ma rifiuta perché l’Accademia è un istituto governativo austriaco; nel 1853 si trasferisce a Torino, presso l’Accademia Albertina, dove insegna per quattordici anni. È un periodo fecondo per lo scultore: infatti sono del periodo torinese un gruppo di opere fra le più importanti e notevoli dell’Ottocento artistico italiano, tra cui la statua di Napoleone morente, apparsa all’esposizione di Parigi nel 1867. Essa suscita grande ammirazione e per questo motivo l'imperatore Napoleone III ne decide l'acquisto e la fa collocare nella reggia di Versailles. Dopo il trionfo a Parigi abbandona l’insegnamento, ritirandosi a vita privata a Ligornetto.