Sezione Ottocento e Novecento

La sezione ospita una selezione della pittura e della scultura cremasca dell'Ottocento e del Novecento. Angelo Bacchetta ed Eugenio Giuseppe Conti, i maggiori pittori del secolo XIX, sono rappresentati da opere importanti scelte tra i numerosi loro lavori conservati al Museo, alcuni dei quali acquisiti da pochi anni e raramente esposti. A essi saranno affiancati gli scenografi Luigi Manini e Antonio Rovescalli, personalità che divennero famose in ambito teatrale a livello europeo e che contribuirono, accanto ai musicisti Bottesini e Petrali, alla notorietà di Crema nel mondo. Questi scenografi, insieme ad Antonio Pressi per ora assente, testimonieranno inoltre la fondamentale funzione assunta dal Teatro Sociale di Crema, costruito su progetto di Piermarini, nella vita culturale e artistica della città.Tra Ottocento e Novecento una nuova generazione di artisti cremaschi, operanti soprattutto a Milano, tennero viva la tradizione cremasca anche fuori dai confini regionali e talvolta anche nazionali. Vanno ricordati innanzitutto Mario Chiodo Grandi e Sigismondo Martini, attivi sia come decoratori che architetti; sono inoltre degni di mezione Azeglio e Tullio Bacchetta, appartenenti a una vera dinastia pittorica cremasca, e Camilla Marazzi.La straordinaria fioritura pittorica della vicinissima Castelleone è documentata da un nucleo quantitativamente consistente e qualitativamente molto rilevante di dipinti di Francesco Arata. In pieno secolo XX troviamo infine personalità come Carlo Martini,  pittore chiarista,  maestro delle nuove generazioni, o Amos Edallo, castelleonese di origine, alla cui passione e determinazione dobbiamo l'istituzione del Museo Civico. Architetto e urbanista di fama, Edallo è stato, in giovinezza, anche scultore, come ricorda la terracotta esposta.Tre, invero, furono gli scultori cremaschi importanti tra Otto e Novecento: Quintilio Corbellini, Bassano Danielli ed Enrico Girbafranti. Solo l'ultimo, Girbafranti, è esposto al Museo con due gessi preparatori. Sempre nell'ambito della scultura è complessivamente ben rappresentato, grazie al generoso lascito della famiglia, il lavoro di Achille Barbaro, un artista di avanguardia del Novecento, tragicamente e precocemente scomparso, capace di sperimentare, oltre a inedite forme, nuovi e inusuali materiali, come la plastica, prodotti in quegli anni dall'industria chimica nazionale.Dei numerosi pittori nati nel XX secolo si è deciso di esporre gli artisti già operanti alla fine della seconda guerra mondiale e che parteciparono alla costruzione dell'esperienza democratica e repubblicana. In particolare le opere di Giannetto Biondini, a lungo intelligente e disinteressato collaboratore del Museo, di Carlo Fayer, di Federico Boriani e di Ugo Bacchetta, anch'essi sempre disponibili nell'attività e figure di stimolo nella valorizzazione del Museo. 

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